Missione: mons. Galantino, “imparare a fare sistema” e realizzare “una maggiore unitarietà”

Foto Siciliani-Gennari/SIR

“Dal 2007 ad oggi i missionari si sono ridotti ad un terzo, ma il problema non è il numero in sé. Quello che oggi conta è imparare a fare sistema”. Non ha dubbi mons. Nunzio Galantino, segretario generale Cei, intervenuto al 9° Convegno nazionale dei direttori e delle equipe dei Centri missionari diocesani (Cmd) che si è aperto questo pomeriggio a Sacrofano (Roma). “Purtroppo – osserva – sono ancora molti i Centri missionari diocesani che non dispongono di un data base dei propri missionari nel mondo. Eppure, basterebbe poco per tenere viva questa filiera attraverso, ad esempio, la posta elettronica”. Per il segretario Cei occorre “imparare a fare sistema sul territorio, ma anche a livello nazionale; ad esempio, collaborando alle iniziative di animazione missionaria delle Pom e dando effettiva testimonianza di unità negli intenti e nelle progettualità a tutti i livelli. È il modo più efficace per non condannarci all’irrilevanza e soprattutto per non condannare alla inefficacia le nostre iniziative”. “Pur salvaguardando le tre anime dell’animazione, della cooperazione e della formazione, penso si avverta da circa un decennio – prosegue Galantino – l’esigenza di una maggiore unitarietà da realizzare attraverso la Fondazione Missio: una centralizzazione dinamica della Fondazione” chiamata a “qualificarsi sempre più, giuridicamente e pastoralmente, come un soggetto in grado di integrare al suo interno in modo innovativo, senza far morire nessuno, non solo i servizi a favore delle Pom” ma anche “quelli finora svolti dall’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese e dal Cum”.

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