Medicina omeopatica: Ugazio (Isba), “non ha efficacia clinica”. No a “irrazionalismo antiscientifico”

Dopo la morte del piccolo Francesco per le complicanze di un’otite trattata solo con preparati omeopatici si riaccende il dibattito – peraltro non nuovo – tra medicina tradizionale e medicina omeopatica. Per Alberto Giovanni Ugazio, uno dei “padri” della pediatria italiana, immunologo e responsabile dell’Isba (Istituto per la salute del bambino e dell’adolescente) dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, l’omeopatia è “priva di fondamento scientifico” e di efficacia clinica e il suo successo è legato al diffondersi di una sorta di “irrazionalismo antiscientifico” simile a quello di chi rifiuta le vaccinazioni. “La nostra società – dice in un’intervista al Sir – sta precipitando sempre più verso l’irrazionalismo, una deriva che si rispecchia negli stili di vita e quindi anche nelle scelte terapeutiche”. Sono circa 5 milioni gli italiani che fanno uso di farmaci omeopatici con un volume d’affari superiore a 300 milioni di euro, eppure secondo Ugazio è come assumere “acqua fresca”. La medicina omeopatica, spiega, “non è pericolosa come invece lo sono altre cure ‘alternative’, ma ha solo un effetto placebo”. La tesi di base è che “somministrando in forma diluita e dinamizzata sostanze che possono provocare sintomi simili a quelli che vogliamo curare, queste stesse sostanze, stimolando la reazione dell’organismo, sono curative”, ma queste stesse sostanze “per essere efficaci dovrebbero trovarsi ad alte concentrazioni; invece nei preparati omeopatici vengono talmente diluite che la stragrande maggioranza dei prodotti finali non contiene più traccia della molecola di partenza. Dunque nessun principio attivo”.

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