Medicina omeopatica: Ugazio (Isba), genitori abbiano “senso di responsabilità e buon senso”

“Agire con senso di responsabilità e buon senso”. Lo chiede, rivolgendosi idealmente a tutti i genitori, Alberto Giovanni Ugazio, uno dei “padri” della pediatria italiana, immunologo e responsabile dell’Isba (Istituto per la salute del bambino e dell’adolescente) dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. In un’intervista al Sir sull’efficacia o meno della medicina omeopatica, Ugazio spiega che “in piccoli disturbi marginali come una lieve sindrome influenzale l’omeopatia può aiutare ad alleviare i sintomi ma non deve escludere il ricorso a farmaci tradizionali in caso di necessità”. Al tempo stesso, consiglia però i genitori di “non esagerare con le medicine tradizionali: se la febbre non supera i 38 gradi ai bambini non bisognerebbe somministrare nulla”. Assicurando che “non bisogna avere timore dei farmaci ‘allopatici'” perché “ogni nuovo preparato è sottoposto a prove che ne testano efficacia e tossicità”, il pediatra ricorda gli “innumerevoli bambini portati in ospedale dopo essere stati trattati in modo non risolutivo con rimedi omeopatici”. “Solo il timore per l’aggravarsi delle loro condizioni induce i genitori ad accettare terapie tradizionali, escluse quando il figlio era sano”. Osservando che “questi stessi genitori sono per lo più quelli che rifiutano di far vaccinare i bambini anche se i vaccini sono l’intervento più efficace e sicuro per la prevenzione delle malattie infettive”, Ugazio parla di “preoccupante irrazionalità antiscientifica” nell’opinione pubblica. La maggiore empatia riscontrata dai pazienti nei medici omeopati rispetto a quelli “tradizionali” può essere un ulteriore elemento a favore dell’omeopatia: “I medici sono spesso sbrigativi e portati a guardare più alla ‘parte’ malata che non ad avere attenzione la persona nella sua totalità. Il paziente, soprattutto se colpito da grave malattia, ha bisogno di empatia oltre che di farmaci”. “Occorre da parte nostra – conclude – più ‘empatia’ e più partecipazione del paziente alla pianificazione delle proprie cure. Un impegno che oggi sentiamo tutti ma anche un obiettivo dal quale siamo ancora lontani”.

 

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