Colombia: Morsolin (attivista diritti umani), “incognite sulla pace. C’è chi vuole fare a pezzi l’accordo”. Attesa per la visita del Papa

Il presidente della Colombia Santos “ha posticipato la consegna delle migliaia di armi delle Farc per il prossimo 20 giugno, aspetto che fa parte della lunga lista degli accordi non mantenuti. Molte incognite bloccano una pace autentica, in mezzo a una sfiducia-rifiuto generale della popolazione nei confronti della guerriglia più antica del continente latinoamericano. E la popolarità del presidente e premio Nobel Juan Manuel Santos è precipitata al 14%”. Così Cristiano Morsolin, cooperatore, attivista sociale e ricercatore, commenta per il Sir da Bogotá i primi giorni di quello che si annuncia come il mese decisivo per il decollo dell’accordo di pace e il reinserimento sociale degli ex guerriglieri. Morsolin ha dedicato il suo recente libro “Antimafia Andina” (edizioni Antropos, 2017) al difficile eppure necessario cammino del Paese verso la pace. E non si nasconde le incognite di carattere sociale e anche politico: “L’ex ministro degli interni Londoño all’epoca della presidenza Uribe in occasione del congresso del Centro democratico, ha spiegato che il suo partito è una forza di destra ‘che farà a pezzi l’accordo di pace’. Ha usato un pessimo vocabolo, destrozo, che nel linguaggio colombiano viene equiparato a ‘squartare’, come facevano i paramilitari con la sega elettrica torturando ferocemente sindacalisti, donne leader, ambientalisti”.

“Anche i negoziati di pace con l’ultima formazione guerrigliera marxista, l’Eln, vanno a rilento. Secondo Pablo Beltrán, comandante dell’Eln, perché al tavolo di Quito si confrontano due idee: il Governo punta alla pacificazione, l’Eln anche a conquiste sociali”. Da ieri intanto Italia fa parte del gruppo di Stati mediatori per dialogo Eln “riconoscendo gli sforzi importanti del vice ministro degli esteri Mario Giro”. In tale situazione assume importanza il messaggio di pace che porterà Papa Francesco nel viaggio che farà in Colombia dal 6 al 10 settembre: “Facciamo il primo passo” è lo slogan che accompagnerà la visita. “Un titolo significativo – afferma Morsolin – che dedica poi un pensiero all’attuale presidente dell’Episcopato colombiano, mons. Luis Augusto Castro Quiroga: “Mi dispiace che non sarà lui ad accogliere il Papa come presidente della Cec; a luglio concluderà il suo mandato. Uno scherzo del destino considerando quanto, fin dagli anni Ottanta nel dipartimento di Caquetá, mons. Castro si è speso per la pace e il suo ruolo di mediatore nei colloqui tra il governo Santos e le Farc, non sempre compreso e sostenuto anche all’interno della stessa Chiesa cattolica colombiana.

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