Ue: Commissione, nuovo Fondo europeo “per stimolare le capacità di difesa dell’Europa”

(Bruxelles) “Le persone in tutta Europa sono preoccupate per la loro sicurezza e per quella dei loro figli. Ad integrazione della cooperazione con la Nato, dal nostro canto dobbiamo fare di più e meglio. Oggi dimostriamo di essere coerenti con le nostre affermazioni”. Lo ha affermato oggi Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione Ue, presentando un nuovo fondo europeo per il settore della difesa. “Il Fondo fungerà da catalizzatore – ha chiarito – per un’industria europea della difesa forte, che sviluppa tecnologie e materiali all’avanguardia e pienamente interoperabili. Gli Stati membri rimarranno alla guida, otterranno il miglior rapporto qualità/prezzo nella spesa sostenuta e, in ultima analisi, vedranno aumentare la loro influenza”. Il Fondo europeo per la difesa vorrebbe “aiutare gli Stati membri ad utilizzare il denaro dei contribuenti in modo più efficiente, ridurre le duplicazioni della spesa e ottenere il miglior rapporto qualità/prezzo nella spesa sostenuta”. Annunciato dal presidente Jean-Claude Juncker nel settembre 2016 e avallato dal Consiglio europeo nel dicembre 2016, il Fondo “coordinerà, integrerà e amplificherà gli investimenti nazionali per la ricerca nel settore della difesa, nello sviluppo di prototipi e nell’acquisizione di tecnologie e materiali di difesa”.
Il Fondo europeo per la difesa comprende due sezioni, ricerca e sviluppo-acquisizione. Nel campo della ricerca, già operativo, si contano 25 milioni per il 2017 e 90 milioni l’anno per i prossimi due anni. Dal 2020 in avanti i fondi salirebbero – almeno nelle intenzioni della Commissione, che però devono trovare il riscontro del Consiglio e del Parlamento Ue – a 500 milioni l’anno. Nell’ambito sviluppo e acquisizione il Fondo “introdurrà incentivi affinché gli Stati membri cooperino nello sviluppo congiunto e nell’acquisizione di tecnologie e materiali di difesa attraverso il cofinanziamento”. In questo caso sono stanziati 500 milioni di euro per il 2019 e il 2020. Un programma “più ingente”, da 1 miliardo l’anno, dovrebbe essere varato dopo il 2020.

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