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Svezia: Consiglio cristiano, documento spiega il senso dell’ecumenismo. “Lavorare per l’unità in questo tempo tormentato”

“Il lavoro per l’unità dei cristiani non è mai stato e non potrà mai essere fine a se stesso. Ci sono molte ragioni per lavorare per l’unità, soprattutto nel nostro tempo tormentato”. Così comincia un testo del Consiglio cristiano di Svezia pubblicato sul Dagen e sul Sändaren per spiegare il senso dell’ecumenismo. La storia della Chiesa può essere descritta “attraverso le divisioni”, come la Riforma che “ha dato origine alla più grande spaccatura nella storia della Chiesa” dopo “il grande scisma tra Roma e Costantinopoli”. Se “la sfiducia reciproca” ha segnato a lungo i rapporti tra la Chiesa cattolica e protestante, ora genera “speranza il processo di riconciliazione” avviato. L’“energia” della celebrazione di Lund, il 31 ottobre 2016, con Papa Francesco e i responsabili della Federazione luterana mondiale, “è di grande importanza per il futuro dell’ecumenismo”. Il movimento ecumenico in Svezia, spiega il testo, fu avviato dall’arcivescovo luterano Nathan Söderblom nel 1925. Oggi il Consiglio cristiano ha 27 chiese membra, “caso unico” tra gli organismi ecumenici nazionali, ed è un importante “luogo d’incontro” tanto più significativo quando le chiese “parlano con una sola voce su temi sociali” o portano avanti “progetti comuni, come la pastorale carceraria e negli ospedali”. “Il lavoro per l’unità non è una scelta, ma una necessità per il bene del mondo, per la credibilità delle Chiese nel mondo, e per le Chiese stesse”, scrivono i 27 leader svedesi.

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