Polonia: il riconoscimento The International Wallenberg Foundation per la prima volta a una parrocchia di Varsavia

Almeno mille, ma forse anche tremila persone, durante l’occupazione nazista di Varsavia furono salvate dall’olocausto dal parroco della chiesa di Tutti i Santi mons. Marceli Godlewski e dal suo vicario don Antoni Czarnecki. Domani 7 giugno alla chiesa che si trova al centro della capitale polacca, ma che durante l’occupazione nazista fu inglobata nel ghetto ebraico, verrà conferito il titolo di House of Life (Casa della vita). È la prima volta che il riconoscimento The International Wallenberg Foundation viene attribuito a una parrocchia polacca la quale durante la guerra non solo servì ebrei di religione cattolica rinchiusi nel ghetto di Varsavia (duemila persone circa) ma provvide anche a sfamare in media un centinaio di abitanti del ghetto al giorno. Entrambi i sacerdoti inoltre, fornendo agli ebrei dei falsi certificati di battesimo, rendevano loro possibile la fuga oltre il muro del ghetto. Fra coloro che furono aiutati da mons. Godlewski vi fu l’immunologo Ludwik Hirszfeld autore della suddivisione dei gruppi sanguigni in “0”, “A”, “B”, e “AB”. Nel 2009 mons. Godlewski venne riconosciuto dallo Stato di Israele come “Giusto fra le nazioni”. Lo svedese Raoul Wallenberg (1912-1947) da diplomatico a Budapest consegnò a molti ebrei dei certificati (i cosiddetti “passaporti Wallenberg”) mettendoli al sicuro dai nazisti.

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