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Striscia di Gaza: Da Silva (parroco), “pensare al futuro è difficile, concentriamoci sul presente per renderlo vivibile”. Israele nega permessi ai religiosi

Fedeli nella parrocchia cattolica della "Sacra Famiglia" di Gaza

Davanti all’emergenza umanitaria in corso a Gaza, dove alle già gravissime carenze idriche e igienico-sanitarie si è aggiunta da diversi giorni anche quella relativa alla fornitura di energia elettrica, “solo 2 ore e mezza al giorno”, “pensare al futuro è molto difficile, per questo è meglio concentrarci sul presente per provare a renderlo più vivibile”. È la testimonianza che arriva al Sir da padre Mario Da Silva, parroco della parrocchia della Sacra Famiglia, l’unica cattolica della Striscia, composta da soli 138 fedeli. “Ho aggiornato i dati recentemente e siamo arrivati a questo numero grazie ai sei nati negli ultimi mesi”, aggiunge parlando al telefono. “L’erogazione di energia elettrica è stata notevolmente ridotta – conferma il sacerdote – da otto ore giornaliere siamo passati a solo due ore e mezzo. Le condizioni di vita sono peggiorate: non è facile vivere senza luce e senza energia elettrica. Non abbiamo possibilità di usare l’aria condizionata – a Gaza le temperature sono molto alte in questo periodo – e non possiamo conservare i cibi nei frigoriferi”. Anche tra i religiosi la situazione non sembra migliore. “Non possiamo uscire dalla Striscia e questo per noi è un grande problema – dice preoccupato – da qualche mese Israele nega i permessi. Solo dopo alcune pressioni siamo riusciti ad averne per alcune religiose. Permessi negati ad altro personale religioso. La prossima settimana devo uscire dalla Striscia ma non so se potrò rientrare. Vedremo se Israele deciderà di rinnovare o meno quelli in scadenza. Il Patriarcato latino si muoverà”. Nonostante la gravissima difficoltà in cui versa tutta la Striscia, la parrocchia cerca di alleviare le condizioni soprattutto dei più piccoli. “Ora le scuole sono chiuse. Abbiamo da pochi giorni concluso il nostro Summer Camp (dal 1° giugno), cui hanno partecipato circa 200 tra bambini e ragazzi, cattolici e ortodossi, aiutati da 20 educatori. Sono state giornate intense e ricche di attività – afferma Da Silva – vissute all’interno della nostra parrocchia. Giorni bellissimi in cui i nostri bambini hanno potuto accarezzare scampoli di vita normale, cosa che qui nella Striscia non è affatto facile”. Perché a Gaza si vive “giorno per giorno. Senza pensare al futuro. Quel futuro che solo un miracolo può darci”, conclude.

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