Editoria: don Costa (Lev), “valorizzare sempre di più il marchio”

“Avere dato un brand al Magistero pontificio ha contributo alla sua più ampia conoscenza nel mondo. Non dimentichiamo che sotto il marchio della Lev abbiamo anche il Papa come autore. Il bilancio di questi dieci anni è certamente positivo, sebbene restino alcune questioni da affrontare come la distribuzione libraria”. Nel giorno in cui termina l’incarico di direttore della Libreria editrice vaticana (Lev), don Giuseppe Costa ricorda che “l’apertura internazionale, dovuta anche alla mia esperienza pluriennale negli Usa dove si vede chiaramente il mainstream delle idee, ha portato nell’ultimo anno ad avere venduto diritti per quasi 1 milione e 800mila euro”: “Questi diritti sono circa il 5% per ogni libro all’estero, dunque la cifra andrebbe moltiplicata per conoscere il totale effettivo dei libri venduti. Parliamo di numeri importantissimi”. Don Costa invita a “valorizzare sempre di più il marchio” e a “puntare alla dimensione internazionale con una presenza qualificata alle fiere e una ricerca professionale nella presentazione dei libri, perché se si vuol fare attività editoriale è l’unica strada da percorrere”. Quanto al futuro, don Costa si dice sereno: “Cercherò di restare in quest’ambito, mettendo a frutto l’esperienza accumulata. L’editoria religiosa tende ad allargarsi sempre più, ormai è entrata anche nei cataloghi generalisti. Ciò avviene perché la religione è vista in una dimensione sociale e politica. Bisogna, però, educare i lettori se non si vuole che i libri restino nei magazzini. Per quel che potrò fare, darò il mio contributo guardando sempre a Pietro e alla Chiesa”.

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