Editoria: don Costa lascia la direzione della Lev, “puntare alla dimensione internazionale per contrastare la crisi”

“La dimensione editoriale della Lev è cresciuta enormemente, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. In particolare la propensione internazionale, che ne fa un’editrice unica in Italia”. Lo dice don Giuseppe Costa, che dopo dieci anni alla guida della Libreria editrice vaticana (Lev) termina oggi l’incarico di direttore. “Quando sono arrivato i contratti in essere ammontavano a circa 40, oggi siamo sull’ordine degli 800. È il segno che la sensibilità editoriale è cresciuta anche a livello internazionale. Tanti tengono al copyright della Lev, senza preoccuparsi per le royalties”, racconta al Sir. Secondo una recente indagine condotta da Rebeccalibri, il Consorzio per l’editoria cattolica che ha analizzato i dati delle vendite nel 2016, risulta che nonostante la crisi che ha caratterizzato lo scorso anno l’intero comparto librario e ancora più nello specifico l’editoria religiosa, la Lev ha registrato stabilità nel fatturato e un interessante ampliamento del suo mercato anche nelle librerie generaliste: “L’editoria cattolica è spesso chiusa al mercato italiano. Puntando all’estero – spiega don Costa -, siamo riusciti a contrastare le difficoltà. Ma l’impegno deve continuare. Grazie al mondo abbiamo venduto il Papa, non grazie all’Italia”. Don Costa sarà salutato oggi con una cerimonia cui parteciperanno il sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Angelo Becciu, il prefetto della Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Viganò, e il vicario del rettor maggiore dei salesiani, don Francesco Cereda.

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