Diocesi: mons. Cantafora (Lamezia Terme), “testimoniare una maggiore giustizia e legalità per la sicurezza pubblica e sociale”

“Lamezia Terme ha bisogno di testimonianze di fede in Dio e di fiducia tra il popolo. Come gli apostoli Pietro e Paolo, proprio perché diversi tra di loro, anche noi siamo chiamati a testimoniare lo stesso sforzo di dialogo e, se serve, di reciproca correzione fraterna. L’oggi ci spinge a testimoniare anche una maggiore giustizia e legalità per la sicurezza pubblica e sociale della nostra città, senza scusanti e senza deleghe solo agli ‘addetti ai lavori”. Lo ha detto ieri il vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Cantafora, nel corso della messa per la solennità dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città e della diocesi lametina. Il presule ha sottolineato il legame tra la vita dei due santi apostoli e le grandi questioni del nostro tempo, dalle migrazioni alla povertà alla mancanza di lavoro. “Gli apostoli furono migranti e accolti in terre straniere, un fatto che – ha sottolineato mons. Cantafora – ci fa ripensare alle migliaia di uomini, donne e bambini che ancora in quest’ultimo anno, disperati, hanno tentato di attraversare con mezzi di fortuna le stesse acque. Molti, purtroppo, hanno incontrato la morte. L’esperienza di dolore e di speranza di questi nostri fratelli ci ricorda, come dice papa Francesco , che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito”. Sul tema del lavoro, il vescovo lametino ha ricordato che “Pietro e Paolo conoscono cosa è il lavoro, hanno lavorato per mantenersi. Conoscono il peso e anche l’importanza del lavoro che è collaborazione al disegno di Dio per la salvezza del mondo. Li invochiamo per tutti i lavoratori e le lavoratrici di Lamezia, ma anche per chi un lavoro non ce l’ha. Per tutti è la mia preghiera, l’interessamento e la vicinanza”.

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