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Charlie Gard: Renard (Fafce), “non è un caso giudiziario, è una vita”. “Quello che succede oggi sia di monito ai legislatori”

(Bruxelles) “La Corte europea dei diritti dell’uomo dovrebbe difendere i singoli dall’intromissione dello Stato”, mentre “essa si astiene dall’intervenire, seguendo un ragionamento più politico che di diritto”. Il presidente della Fafce, Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche, Antoine Renard, commenta per il Sir la decisione assunta dalla Corte di Strasburgo che, appoggiando le decisioni dei giudici britannici, ha portato alla decisione di staccare il respiratore cui è stata finora legata la vita del piccolo Charlie. “Charlie Gard non è un mero caso giudiziaro, è un bambino di 10 mesi gravemente malato”, insiste Renard. “Le autorità giudiziare ne hanno tolto la patria potestà ai genitori, che ora si trovano finanche di fronte all’impossibilità di fare in modo che possa morire in pace in casa con loro”. Di fronte “a questa sequenza di ingiustizie e di violenza restiamo senza parole. I medici del Great Ormond Street Hospital hanno deciso di sopprimere questa vita. Ma noi sappiamo che la scienza, anche la più avanzata, non ha risposte a tutto”. Il presidente Fafce conclude: “Quello che succede oggi sia di monito ai legislatori, sul fine vita non si può più restare ambigui”.

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