‘Ndrangheta: don Stamile (Libera Calabria), il baciamano a Giuseppe Giorgi “vergognoso e indegno”

“‘Baciamo le mani’, tipica espressione siciliana di saluto e reverenza al padrino di turno. Pensavo appartenesse al passato, usata come titolo di un famoso romanzo e relativo film degli anni Settanta. Mai avrei potuto pensare che si materializzasse a San Luca durante l’arresto di Giuseppe Giorgi, uno dei latitanti più pericolosi e ricercati della ‘ndrangheta da oltre un ventennio”. È duro il commento di don Ennio Stamile, referente di Libera in Calabria, dopo l’arresto del latitante che ha ricevuto il saluto con baciamano e abbracci da alcune persone vicino alla sua abitazione mentre veniva portato in carcere dai carabinieri. “Finisce così, come tante, anche la sua storia, fatta di violenza, di sangue, di traffico internazionale di droga”, dice don Stamile: “Metà della sua vita vissuta in un nascondiglio, ben protetto dalla cerchia ristretta dai suoi familiari, complici e compiacenti di tanto male. A tal punto che uno di essi durante l’arresto lo saluta con un baciamano che dice tutto. Dice come per i familiari i boss sono uomini da ossequiare, da giustificare qualunque azione essi compiano. Dice come per molti calabresi la ‘ndrangheta fa comodo, produce lavoro, elargisce favori, fa sentire più potenti e protetti. Non si spiega altrimenti come la foto del boss Francesco Muto, ora finalmente arrestato, pubblicata su Facebook lo scorso anno nel giorno del suo compleanno, riceva più di trecento ‘mi piace’ e una settantina di commenti, proprio nella mia ex comunità parrocchiale di Cetraro”. Don Stamile si è sempre chiesto cosa può “piacere” di questi uomini, “cosa può spingere persone ad osannarle, anzi, addirittura adorarle? L’etimo della parola ad-orare, significa appunto portare alla bocca, baciare. Sarebbe interessante se questi uomini ed i loro familiari fossero costretti a fare servizio in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Conoscessero tanti genitori disperati che soffrono per la situazione senza uscita di giovani e meno giovani distrutti dal veleno mortale che si chiama droga. Davvero vergognoso ed indegno, per un essere umano che abbia un minimo di dignità e di rispetto per la sofferenza altrui, baciare quelle mani che – conclude – producono tanta inumana sofferenza solo per accumulare denaro e potere”.

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