Terza età: Impagliazzo (Comunità di Sant’Egidio), il programma “Viva gli anziani” sarà esteso ad altre 7 città, compresa Amatrice

“Il programma ‘Viva gli anziani!’ dal prossimo autunno sarà esteso ad altre sette città, compresa Amatrice e la zona povera del Sulcis”. Ad annunciarlo è stato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, alla conferenza stampa di oggi sui numeri del programma con cui la Comunità, in collaborazione della Fondazione Enel Cuore, già oggi monitora 45mila anziani soli in sette città durante l’anno. “In particolare – ha illustrato Andrea Val Calda, consigliere delegato della Fondazione Enel Cuore – saranno 14 le città italiane dove impiegheremo i volontari della Comunità e i nostri operatori. Questo programma ha ricevuto un finanziamento dalla Fondazione di 2 milioni di euro per il 2016 e il 2017 e ha permesso l’assunzione di 34 persone fra cui molti nuovi europei che hanno una particolare sensibilità verso gli anziani. La nostra è una proposta che supera questi giorni di ondate di calore, la vera soluzione è monitorare la vita degli anziani durante tutto l’anno. I volontari sono anche gli anziani stessi perché sanno per primi come interagire con gli altri”. La signora Sofia è una delle volontarie che risponde al numero previsto dal programma (068992222). “Quando mi dicono – ha raccontato – ‘Io ho 81 anni” rispondo: ‘E io ne ho 84’. Questo è consolante per loro. Quelli che sento sono in tutto 250 ma molti ormai li conosco bene, ci incontriamo alla preghiera o nel quartiere. Quando telefonano verifichiamo le telefonate precedenti. È un lavoro complesso ma bellissimo”. Il programma “Viva gli anziani!” non è però l’unica iniziativa che la Comunità di sant’Egidio mette in campo in favore degli anziani soli. Anche il co-housing, la coabitazione di più persone fragili, è fortemente promossa. “A Roma – ha osservato Impagliazzo – ci sono 20mila anziani che vivono soli. A loro proponiamo delle forme di co-housing supportate dai nostri volontari più giovani. Abbiamo creato luoghi di convivenza per quasi 300 anziani, fatti uscire dagli istituti dove purtroppo si muore prima e le condizioni sono peggiori. Chi ha la casa la mette a disposizione e nei casi dove è accaduto, si vede la felicità della vita comune”.

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