San Giovanni: messaggio del vescovo di Cesena-Sarsina, “in attesa di Papa Francesco”. Inaugurata la casa-famiglia in episcopio

Foto: Sandra e Urbano fotografi - Cesena

“In attesa di papa Francesco”. Si intitola così il messaggio scritto dal vescovo di Cesena-Sarsina, monsignor Douglas Regattieri, diffuso oggi al termine della Messa per la festa del patrono di Cesena e titolare della cattedrale, san Giovanni Battista. “Come il Battista – ha detto il presule durante l’omelia pronunciata in una cattedrale gremita di fedeli e davanti alle maggiori autorità civili e militari – preparava la venuta di Cristo, così noi ci prepariamo per la venuta del vicario di Cristo. E il messaggio che oggi vi consegno, assolve proprio a questo scopo”.
Dopo aver parlato della preparazione e dell’attesa crescente sia in città sia nella comunità cristiana per la visita di papa Francesco del prossimo 1 ottobre, monsignor Regattieri ha concluso accennando al “segreto dei cristiani: la gioia”. Nonostante vestisse di peli di cammello e si nutrisse di locuste, il Battista “non ha cancellato dal suo volto il sorriso e la gioia perché sapeva che lo sposo sarebbe venuto e avrebbe portato nel mondo la salvezza – ha aggiunto il vescovo -. Anche noi aspettiamo il vicario di Cristo. Ci trovi vigilanti e gioiosi”.
Dopo la solenne concelebrazione eucaristica, negli attigui locali dell’episcopio è stata inaugurata la casa-famiglia affidata alla comunità papa Giovanni XXIII. Fino a un anno fa quegli stessi spazi erano occupati dagli uffici di curia, ora traslocati in un unico immobile di recente ristrutturazione assieme a ogni altro ufficio diocesano.

Per l’associazione fondata da don Oreste Benzi si tratta della prima volta in casa di un vescovo. L’ampio e accogliente appartamento potrà ospitare fino a 12 persone. Responsabile della struttura sarà la famiglia di Simona ed Ezio Nobili, 45 anni lui e 44 lei, sposati dal 2000; famiglia composta dalla coppia e dai loro quattro figli, che hanno dai 7 ai 14 anni, e che ora potrà accogliere altre sei persone. “Questa è una casa di accoglienza e di preghiera – ha detto la moglie ai giornalisti – nella quale chi vuole troverà ospitalità, anche per un fine settimana di riflessione e meditazione”.
“Oggi in un certo senso trova compimento quanto dissi quasi sette anni fa quando feci l’ingresso a Cesena – ha ricordato il vescovo Douglas -. Dissi che sarei voluto essere ‘procuratore dei poveri’. Non so se ci sono riuscito. Certo oggi trova compimento un desiderio che avevamo annunciato da tempo”.
Al vescovo la famiglia di Ezio e Simona ha donato una croce realizzata con il legno dei barconi naufragati nel mar Mediterraneo.

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