Confraternite: mons. Parmeggiani, “creare qualche posto di lavoro” per “far crescere la società”

“Dobbiamo tornare all’essenziale. Il vero contributo che possiamo dare alla società e alla famiglia è innanzitutto il primato di Dio nella nostra vita personale, famigliare, comunitaria-confraternale all’interno delle più ampie realtà ecclesiali”. Lo ha affermato oggi pomeriggio monsignor Mauro Parmeggiani, assistente ecclesiastico della Confederazione delle Confraternite delle diocesi d’Italia, nella prolusione che ha aperto, a Chieti, il convegno nell’ambito del XXIV Cammino nazionale. Rispetto al “variare di società, famiglia, cultura in generale”, secondo Parmeggiani, “non dobbiamo preoccuparci troppo di questi cambiamenti”. “Dobbiamo conoscerli ma non spaventarci più di tanto anche perché Dio che annunciamo e testimoniano non muta”, ha osservato il vescovo, secondo cui “piuttosto, dobbiamo cambiare il nostro modo di presentare le convinzioni cristiane ed anche il modo di trattare le persone che forse hanno provocato anche in un recente passato un allontanamento da Dio e dalla fede di cui ci lamentiamo ora”. “Dobbiamo, forse fare un po’ di autocritica”, ha ammesso. Parmeggiani si è poi soffermato sull’importanza di “dare testimonianza”, partendo dalla necessità “che anziani e giovani siano a contatto”. “Ecco la forza della pietà popolare, delle Confraternite dove occorre logicamente evangelicità, ecclesialità e missionarietà ma attraverso la narrazione dei sogni da parte degli anziani”, ha notato. E ha suggerito due vie: quella di “una carità concreta e coinvolgente anche i nostri giovani, le famiglie, gli anziani” e quella del lavoro, chiedendo di “contribuire con i nostri beni, i nostri terreni spesso incolti”. “Se ogni Confraternita creasse qualche posto di lavoro, contribuirebbe a far crescere la nostra società, la famiglia e anche il senso stesso del nostro essere”.

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