Turismo religioso: mons. Lusek (Cei), “abbinare al marketing un’idea di comunità, di relazioni”

“Occorre abbinare al marketing un’idea di comunità, di relazioni, perché nel turismo religioso si condividono dei valori e l’obiettivo deve essere quello di non escludere nessuno”. Lo ha affermato ieri mons. Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, in occasione della Borsa del Turismo religioso internazionale (Btri) in svolgimento presso Casa La Salle a Roma. Per Nicola Ucci, ideatore e organizzatore della Btri, “il futuro del turismo religioso è al plurale. Oggi è sempre più spesso associato allo sport, con il ciclo turismo lungo i cammini o i pellegrinaggi a piedi, all’enogastronomia, con la riscoperta delle tradizioni dei conventi, alla cultura, basti pensare che solo in Italia il 70% del patrimonio storico-artistico è custodito in luoghi sacri”. Alla tavola rotonda introduttiva, sono intervenuti anche Federico Massimo Ceschin, direttore nazionale dei “Cammini d’Europa”, Simone Bozzato, docente del Dipartimento di Storia, patrimonio culturale e società dell’Università di Tor Vergata di Roma, e Adriano Meloni, assessore allo Sviluppo economico, turismo e lavoro di Roma Capitale. Di giovani e turismo religioso ha parlato Giuseppe Marangoni, presidente nazionale del Centro turistico giovanile: “Sempre più under 30 credenti e non, scelgono questo tipo di vacanze, attratti in particolare dai cammini e da itinerari che, se fatti seriamente, hanno la possibilità di trasformarsi in esperienze molto formative”.

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