Terremoto: Coldiretti, “nelle aree colpite crolla del 15% il raccolto di grano, del 20% la produzione di latte”

“Nelle aree colpite dal terremoto crolla del 15% il raccolto di grano per effetto congiunto del maltempo e della riduzione dei terreni seminati dopo le scosse, mentre la produzione di latte è calata addirittura del 20% anche per stress, decessi e chiusura delle stalle”. È la stima offerta da Coldiretti in occasione dell’incontro con centinaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni colpite dal sisma di Lazio, Marche Umbria e Abruzzo che si sono dati appuntamento per l’entrata in azione delle mietitrebbie per raccogliere le prime “spighe della rinascita”. A 10 mesi dalle prime scosse, si è di fronte ad “una situazione drammatica – sottolinea la Coldiretti – che non ha però scoraggiato agricoltori e allevatori i quali, al prezzo di mille difficoltà e sacrifici, sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità delle zone terremotate”. Secondo le elaborazioni Coldiretti sull’ultimo censimento Istat, dei 292mila ettari i terreni agricoli coltivati nei 131 comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, circa 140mila ettari è coltivato a seminativi (grano duro, orzo, farro, avena). “Significativa – rileva Coldiretti – la presenza di allevamenti con quasi 65mila bovini, 40mila pecore e oltre 11mila maiali dai quali scaturisce anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi che garantiscono specialità di pregio famose in tutto il mondo”. Per il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, è indispensabile che “la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”.

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