Società: mons. Tessarollo (Chioggia), “la difesa del posto a tutti i costi fa diminuire il lavoro”

“Il lavoro produttivo crea posti di lavoro, la difesa del posto di lavoro a tutti i costi fa diminuire il lavoro o assicura i posti a spese pubbliche e sociali”. È quanto scrive il vescovo di Chioggia, monsignor Adriano Tessarollo, nell’intervento pubblicato sull’ultimo numero del settimanale diocesano “Nuova Scintilla”. La riflessione del vescovo parte dalla notizia che “a Roma gli scioperi delle varie ‘sigle sindacali’ dei trasporti hanno un costo annuale, per perdite, di circa 50 milioni di euro”. “Ormai lo sciopero è divenuto troppo spesso strumento di potere di gruppi che avanzano pretese in contrasto col bene comune”, osserva Tessarollo, secondo cui “si invocano diritti sociali che riguardano solo alcune classi o gruppi o lobby”. “Avere lavoro/stipendio da un servizio pubblico, comporta sapere che le conseguenze dello sciopero ricadono proprio su utenti e cittadini che pagano per quel servizio e del quale si sentono privati senza loro colpa alcuna”. “Le rivendicazioni delle loro pretese, non aggiustate tramite dialogo e tenendo conto delle risorse disponibili, si scaricano sugli utenti, spesso più poveri degli scioperanti”. Il vescovo si sofferma anche sulle “quote che i vari dirigenti degli organismi pubblici regionali, comunali e statali dovevano dividersi come premi di produzione, naturalmente oltre il già alto stipendio, e lamentandone la diminuzione”. “Oggi sembra acquisito che c’è un ‘minimo sindacale’, oltre il quale si richiede un compenso extra, per alcuni solo però”, aggiunge, sottolineando che “non credo che con questa ‘cultura del lavoro’ ci si possa aspettare nuove possibilità di lavoro per chi non ce l’ha, specie per i giovani, e nuovi investimenti”. “Bene difendere il posto di lavoro ‘fisso’ per chi già ce l’ha e pretendere che ognuno abbia il posto fisso”, prosegue Tessarollo. “Ai sindacati, mi verrebbe da dire che bisogna anche educare alla ‘cultura del lavoro e della vera solidarietà’, non preoccupandosi principalmente di ottenere consensi con i discorsi sui diritti ma parlando anche dei doveri e delle effettive possibilità di tutti”.

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