Social netwok: Padula (Aiart) a cappellani militari, “la connessione non produce automaticamente una comunione”

“Non educare alle competenze tecniche; educare, invece, alle categorie dell’umano da vivere nei media”. Così Massimiliano Padula, presidente nazionale dell’Aiart, intervenuto stamattina, presso la Domus Pacis di Assisi, al corso di formazione e aggiornamento dei cappellani militari sul tema del prossimo Sinodo dedicato ai giovani. “Il mondo dei social network: via di speranza per l’evangelizzazione?”: Padula, argomentando sulla base di questa pista di riflessione, ha indicato gli obiettivi per dotarsi di strumenti finalizzati a (ri)cominciare a “testimoniare ed evangelizzare nello scenario digitale”. Ha inoltre evidenziato la necessità di “individuare forme concrete di azione per tutti i nostri interlocutori (militari, famiglie, bambini, anziani).” Quindi, lo sprone a “concretizzare incontri formativi, in cui le conoscenze e i contenuti possano essere condivisi”.
Altro aspetto sottolineato da Padula è quello di “superare la tentazione di una Chiesa esteta e plastificata”, proprio perché “il rischio è quello di mostrare l’esperienza ecclesiale come una sorta di ‘consenso’ o ‘prodotto’. Una rappresentazione patinata della Chiesa può risultare ‘affascinante’ per i lontani ma immediatamente inautentica per chi crede e vive in Cristo”. Da ultimo il presidente dell’Aiart ha messo in risalto il fatto che “la connessione non produce automaticamente una comunione”. Da qui l’esigenza di continuare a “lavorare per la cultura dell’incontro in modo semplice come ha fatto Gesù. Tanto, non solo vedendo ma guardando, non solo sentendo ma ascoltando, non solo incrociando le persone ma fermandosi con loro”.

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