Pastorale battesimale: Baldacci (teologa), “dev’essere frutto di un lavoro di collaborazione fra l’ambito liturgico, famigliare e catechetico”

(Salerno) – “Nel tempo in cui la Chiesa è chiamata ad annunciare il Vangelo nei passaggi della vita, la pastorale battesimale è luogo dell’incontro lieto con il Dio della vita. Per questo occorre prendersi cura di questa porta d’ingresso, di questa soglia molto fragile e delicata, ma al tempo stesso unica e preziosa, che può essere luogo in cui si sancisce una nuova alleanza o dove questa si infrange definitivamente”. Lo ha affermato questa mattina Morena Baldacci, teologa e docente all’Università Pontificia Salesiana di Torino, intervenendo al Convegno nazionale dei direttori degli Uffici catechistici e liturgici diocesani che si chiude oggi a Salerno. Ricordando che “il cammino dell’iniziazione cristiana costituisce un circolo virtuoso fra catechesi, liturgia e famiglia”, Baldacci ha invitato “ad allargare i tradizionali punti di vista, a superare una visione doganale di accesso ai sacramenti, ad ospitare nella Chiesa cristiani che vivono situazioni matrimoniali irregolari”, il tutto per “accompagnare senza giudicare i diversi passaggi di vita”. “Oggi dobbiamo pensare a cammini più nell’ottica di crocevia che di percorsi ad una sola direzione. Crocevia che intrecciano esigenze e domande differenziate”, ha aggiunto, osservando che “c’è un vuoto da colmare di annuncio a partire dalle prime età della vita e di presenza della comunità cristiana”. Per Baldacci “è indispensabile progettare una pastorale battesimale insieme, frutto di un lavoro di collaborazione fra l’ambito liturgico, famigliare e catechetico”. Dopo aver citato Maria Montessori e Romano Guardini, la teologa ha parlato del “bambino rituale”, presentando l’esperienza “Nel buio ti vedo” vissuta a Torino con i bambini. Si tratta di “un girotondo tra liturgia, catechesi e famiglia” che lungo una giornata coinvolge i bambini e i loro genitori in una “esperienza simbolico-rituale” nella quale sono valorizzati “un modello di relazione con al centro i bambini, partendo con un gioco che crea aspettativa”, “uno spazio simbolico”, “una narrazione significativa” a cui seguono “una fase meditativa con un’attività per interiorizzare” e “un momento celebrativo”.

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