Liturgia e catechesi: don Palazzi (Modena-Nonantola), “rimettere mano con fiducia e coraggio alle nostre prassi per un dialogo fecondo”

“Rimettere mano con fiducia e coraggio alle nostre prassi rappresenta il primo passo per far convergere in un dialogo fecondo liturgia e catechesi”. Lo ha affermato questa mattina don Luca Palazzi, direttore dell’Ufficio catechistico dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, nel suo intervento al Convegno nazionale dei direttori degli Uffici catechistici e liturgici diocesani in corso a Salerno. Nella sua relazione don Palazzi ha rilevato “la fatica del dialogo tra catechesi e liturgia”, che in realtà sono “esperienze complementari ed entrambe decisive per introdurre alla fede”. Definendo “imbarazzato” il rapporto tra catechesi e liturgia, il sacerdote ha rilevato le rispettive attese di una realtà nei confronti dell’altra: la “povertà delle liturgie” o i “linguaggi non verbali poco valorizzati” da una parte, e dall’altra “una catechesi troppo didascalica, preoccupata a trasmettere contenuti o finalizzata per preparare i sacramenti prevalentemente spiegandoli, con il rischio di voler spiegare tutto”. E se “il solo processo di adattamento reciproco tra liturgia e catechesi non funziona più”, don Palazzi ha evidenziato che “in alcune situazioni c’è un dialogo profondo”. Si tratta di “riscoprire un terreno comune soprattutto nei linguaggi, come quello narrativo-simbolico e quello estetico, accanto a quello verbale”. “Il vero dialogo tra catechesi e liturgia avviene nella prassi, perché è nel tentativo di modificare le pratiche che c’è la possibilità di rimettere in dialogo, di confrontarsi”. “Dobbiamo osare delle prassi nuove”, ha concluso, osservando che “catechesi e liturgia devono rimanere aperte alle conversione, non pensando di bastare a se stesse”.

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