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Papa Francesco: udienza, “noi pensiamo che sia più facile essere delinquenti che santi”. “La nostra storia ha bisogno di mistici”

foto SIR/Marco Calvarese

“Che il Signore ci doni la speranza di essere santi”. Si è aperta con questo auspicio, la parte finale dell’udienza di oggi. “Qualcuno di voi potrà chiedermi”, ha proseguito il Papa a braccio: “Si può essere santi nella vita di tutti i giorni?”. “Sì, si può”, la risposta: “Questo significa che dobbiamo pregare tutta la giornata? No, significa che tu devi fare il tuo dovere tutta la giornata: pregare, andare al lavoro, custodire i figli, ma fare tutto col cuore aperto verso Dio, con questa voglia… Anche nella malattia, nella sofferenza, nelle difficoltà: siamo aperti a Dio e così diventiamo santi. Si può”. “Il Signore ci da la speranza di esser santi”, l’auspicio del Papa: “Noi pensiamo che sia una cosa difficile, che sia più facile essere delinquenti che santi. No! Essere santi si può perché ci aiuta il Signore. È il grande regalo che ciascuno di noi può rendere al mondo”. “Che il Signore ci dia la grazia di credere così profondamente in lui da diventare immagine di Cristo per questo mondo”, ha proseguito Francesco: “La nostra storia ha bisogno di mistici: di persone che rifiutano ogni dominio, che aspirano alla carità e alla fraternità. Uomini e donne che vivono accettando anche una porzione di sofferenza, perché si fanno carico della fatica degli altri. Ma senza questi uomini e donne il mondo non avrebbe speranza”. “Per questo auguro a voi, e anche a me, che il Signore ci dia, ci doni la speranza di essere santi”, ha concluso il Papa ancora una volta fuori testo.

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