Ordinariato militare: mons. Pitta (Pul) ai cappellani, “quando si sceglie la via del servizio, la propria giovinezza si rinnova”

“Quando si sceglie la via del servizio, la propria giovinezza si rinnova: qui sta l’enorme differenza tra l’età anagrafica e quella della vita interiore”. Lo ha affermato questa mattina mons. Antonio Pitta, docente alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense (Pul), intervenendo, ad Assisi, alla terza giornata del corso di aggiornamento e formazione nazionale dei cappellani militari sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Tra le fasi della vita pubblica di Gesù – ha osservato mons. Pitta – “si delineano diversi tipi di sequela: il giovane ricco, quello della passione, Timoteo e Pietro”. “Nel nostro tempo – ha proseguito – abbiamo liquidato qualsiasi tipo di imitazione, colpiti dall’ansia di essere unici a tutti i costi”. “Per tutti i discepoli, prima e dopo la risurrezione cambiano le modalità della sequela, ma tutte sono accomunate dal servizio”, ha rilevato mons. Pitta, concludendo poi che “tutti si invecchia, appartiene all’anagrafe e non è una virtù. Ma si è già vecchi quando si è guidati dall’inarrestabile sete di gloria e di potere”.

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