![](https://old.agensir.it/wp-content/uploads/2017/06/20170621_121522-755x491.jpg)
“In una situazione di scarsa denatalità come quella italiana” la legge sulla cittadinanza “può aiutare”. “Che non vuol dire trasformare l’Italia in una popolazione di stranieri. È un impegno a riconoscere un diritto, che viene a sancire una realtà che già esiste”. Lo ha ribadito oggi a Roma mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Fondazione Migrantes, durante la conferenza stampa di presentazione del Rapporto immigrazione 2016 Caritas/Migrantes. “Siamo ad una settimana da un ballottaggio elettorale – ha osservato -, quindi il dibattito si è estremizzato, da una parte e dall’altra: c’è chi vuole difendere la legge e c’è chi la attacca per trovare maggiore credito tra i propri votanti. Ricordiamo che ‘ius soli’ significa dare la cittadinanza ai figli di chi è già in Italia in maniera regolare, viene da una famiglia in cui almeno uno dei due coniugi è straniero, famiglie che lavorano e pagano le tasse. Vicino a questo c’è lo ‘ius culturae’ anche per chi non è nato in Italia ma ha frequentato un ciclo completo di studi. Lo ‘ius soli’ in tante altre nazioni è già riconosciuto”.