“Il Papa per il Sudan”: Roy (Caritas Internationalis), “porre fine ai conflitti e migliorare la sicurezza”

Michel Roy

“Porre fine ai conflitti e migliorare la sicurezza”. È questa, per Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis, la priorità per il Sud Sudan. “Dobbiamo salvare vite, molte vite”, l’appello di Roy, secondo il quale non è stato ancora raccolto pienamente dalla comunità internazionale l’appello dell’Onu per il Sud Sudan: “La comunità internazionale deve fare molto di più”, ha detto intervenendo oggi, in Sala Stampa vaticana, alla presentazione dell’iniziativa “Il Papa per il Sud Sudan”: l’ultimo contributo da parte di Francesco ammonta a 100mila dollari, cui vanno aggiunti 131mila dollari dalla Segreteria di Stato e altri 131mila dollari dall’ex Cor Unum, ora parte integrante del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. “La presenza di Papa Francesco sarebbe uno stimolo importante per scuotere le menti e le coscienze”, ha detto Roy auspicando una prossima visita del Pontefice nel Paese. L’aiuto del Papa, nel settore dell’agricoltura – ha spiegato  – verrà destinato in modo particolare ai programmi di “livelihoods”, con l’acquisto di sementi e di attrezzi agricoli a favore di 2500 famiglie nelle diocesi di Yei, Tombura-Yambio e Torit, nelle zone in cui è possibile coltivare. Il progetto è realizzato a livello diocesano dalle rispettive Caritas. Oltre ai due ospedali, il contributo del Papa andrà anche a “Solidarity with South Soudan”, un’associazione che raccoglie alcune congregazioni religiose presenti in Sud Sudan e che opera nel campo della formazione e della collaborazione tra le strutture a tutti i livelli. Tra le iniziative, un programma full-time di 2 anni per l’ottenimento di diploma di insegnante per la scuola primaria che si svolge presso il Solidarity Teacher Training Center a Yambio, grazie al quale gli studenti che completano il corso di studi ottengono il certificato riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione del Sud Sudan. Il centro accoglie studenti che rappresentano 14 gruppi etnici diversi. Dall’inizio dell’attività presso il Centro sono stati accolti quasi 3500 studenti. Sedici gli studenti sostenuti nel loro percorso formativo con borse di studio: al termine, otterranno il Certificato nazionale di insegnante della scuola primaria.

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