Disabili in ospedale: la testimonianza di Cesare e Daniela Bocci, “insieme ne siamo usciti più forti”

“Un medico dovrebbe pensare che una persona prima di essere malata ha vissuto incosciente di quello che le sarebbe successo, ha avuto la sua storia, paure, aspirazioni”. Inizia così la testimonianza di Cesare Bocci, noto attore che presta la faccia a Mimì Augello nei film di Montalbano, che con la moglie, e attrice, Daniela Spada, ha scritto il libro “Pesce d’aprile” dedicato al loro percorso personale e familiare dopo la disabilità di Daniela. “Questo libro – prosegue Bocci – abbiamo fatto bene a scriverlo, anzitutto per noi stessi, per noi due. È stata una sorta di enorme seduta psicologica, se avessimo avuto un supporto psicologico tanti errori non li avremmo fatti”. A una settimana dal parto della piccola Mia, il 26 marzo 2000, Daniela ha un ictus post partum, un lungo coma dal quale si sveglia sentendosi dire che non avrebbe camminato più. “Sarebbe stato fondamentale – dice Bocci – che i medici avessero conosciuto chi era lei prima: andava in moto, a cavallo, suonava il sassofono”. Quando con determinazione di ferro riprende a camminare, lo fa senza ritmo; al marito viene l’idea di darle il ritmo come aveva sperimentato al servizio militare: un-due, un-due, e così, piano piano, ricomincia. “Abbiamo incontrato professionisti di altissimo spessore umano, ma non tutti i medici sono stati sensibili ed empatici”.
Cesare racconta le difficoltà incontrate e superate insieme, mediche ma anche burocratiche, soprattutto per le pratiche legate alla pensione di invalidità, ma “insieme ne siamo usciti più forti”. Daniela parla della figlioletta rimasta a sei giorni di vita senza mamma: “Mentre ero in ospedale Cesare è stato la madre surrogata”. Per tre anni non ha potuto prendere in braccio la bambina, cambiarla. “Io non volevo – ammette Cesare Bocci – e sbagliavo perché non avere nessun rapporto con sua figlia non è stato semplice”. “Avevamo perso la strada giusta – interviene Daniela Spada – fino a quando abbiamo incontrato due medici che ci hanno guidato”. Bocci: “A me hanno detto ‘faccia due passi indietro’, a lei ‘due passi avanti’. Insomma ho dovuto smettere di scansarle gli ostacoli. Dopo otto anni, quando pensavamo che tutto fosse passato, Daniela ha avuto anche un tumore al seno”. Tra mille difficoltà Daniela comincia a pensare alla cucina: “Mi ha tenuto compagnia – racconta -; sono diventata pasticcera e ho aperto una piccola scuola di cucina. Mi sono creata un lavoro e mi dà la possibilità di realizzare i miei sogni”.

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