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Bosnia-Erzegovina: Conferenza episcopale, diritti e libertà nel Paese, collaborazione tra laici e religiosi nella pastorale

Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale della Bosnia ed Erzegovina si è riunito il 12 giugno a Sarajevo, presieduto dall’arcivescovo card. Vinko Puljic. Lo riferisce il sito della Conferenza episcopale che accenna ai temi che sono stati oggetto dei lavori, indicando che sono “state riprese le conclusioni della 69ma assemblea ordinaria della Conferenza episcopale che si era tenuta il 21 e 22 marzo 2017 a Mostar”. In quell’occasione i vescovi avevano rivolto un appello “ai rappresentanti politici del popolo croato a sostenere con tutti i mezzi democratici la tutela e la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutti i cittadini della Bosnia-Erzegovina e a lavorare per la parità del popolo croato con le altre due etnie”, quella bosniaca (di religione musulmana) e quella serba (ortodossa). A Sarajevo i vescovi hanno ripreso anche i contenuti “del XII incontro tra i vescovi e i membri della Conferenza dei superiori maggiori del 28 aprile scorso”, che aveva affrontato il tema della collaborazione tra laici e religiosi nella pastorale, e quelli “della riunione dei vescovi con i Provinciali francescani in Bosnia-Erzegovina”. Uno sforzo continuo della Chiesa cattolica in Bosnia è di lavorare a una sempre maggiore integrazione tra cattolici bosniaci e croati nelle comunità locali. È stato, inoltre, definito l’ordine del giorno della prossima assemblea plenaria che si svolgerà il 13-14 luglio a Banja Luka. Sono membri del consiglio permanente, oltre al card. Pulijc, che è presidente dei vescovi della Bosnia, il vice-presidente della Conferenza episcopale mons. Tomo Vuksic, che è l’ordinario militare in Bosnia, mons. Pero Sudar, vescovo ausiliare di Sarajevo e il segretario generale della Conferenza episcopale mons. Ivo Tomasevic.

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