Giornalismo: Houshmand, “l’inquietudine del Papa lo rende amato dai musulmani del mondo”

L’inquietudine della ricerca, cioè “la capacità di non smettere di cercare e di essere aperti a nuove conoscenze” che Papa Francesco ha raccomandato alla comunità de “La Civiltà Cattolica” è lo stesso atteggiamento che Bergoglio ha richiesto “agli imam e agli intellettuali del mondo islamico ad Al Azhar”. Lo ha ricordato Shahrzad Houshmand, teologa musulmana, intervenendo al convegno promosso da Fnsi, Ordine dei Giornalisti del Lazio, Associazione Giornalisti Amici di padre Dall’Oglio e Ucsi Lazio, per riflettere sulle sfide dell’informazione e della comunicazione a partire dalle parole “inquietudine, incompletezza e immaginazione” contenute nel Messaggio indirizzato da Francesco alla comunità de “La Civiltà Cattolica” lo scorso 9 febbraio. “L’inquietudine che il Papa raccomanda la incarna in se stesso”, ha evidenziato Houshmand, per la quale questo “lo rende amato dai musulmani del mondo”. “Le sue opere sono di rivoluzionaria semplicità: pensiamo – ha elencato la teologa – a quando, a Lesbo, ha accolto e portato con sé alcune famiglie musulmane, a quando in carcere si è inchinato ai piedi di una peccatrice, donna e musulmana, a quando in Africa, nonostante i pericoli, ha fatto salire sulla papamobile l’imam del luogo”. Del resto, “il messaggio comunicativo del Papa non è confessionale in nessun modo, è genuinamente antropologico, etico-politico e riguarda tutti gli uomini”, ha osservato Raffaele Luise, presidente dell’Ucsi Lazio, per il quale il Pontefice offre “una metodologia che è la risposta alla crisi radicale del giornalismo e al generale disorientamento di lettori e giornalisti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy