Ungheria: Amnesty, “legge su Ong è assalto crudele e calcolato alla società civile”

La “Legge sulla trasparenza delle organizzazioni finanziate dall’estero”, approvata oggi dal Parlamento dell’Ungheria con 130 voti a favore, 44 voti contrari e 24 astensioni, costituisce “l’ultimo atto della crescente repressione delle voci critiche nel Paese e condizionerà pesantemente l’importante azione dei gruppi della società civile ungherese”. Lo afferma oggi Amnesty international, spiegando come la legge preveda che le organizzazioni non governative (Ong) che ricevano direttamente o indirettamente più di 24.000 euro l’anno dall’estero dovranno iscriversi a un registro delle “organizzazioni civiche finanziate dall’estero” e apporre questa dicitura su ogni loro pubblicazione. “I logori tentativi di mascherare questa legge come necessaria per proteggere la sicurezza nazionale non riescono a celare il suo reale obiettivo: stigmatizzare, screditare e intimidire la voce critica delle Ong e compromettere le loro attività vitali”, ha dichiarato John Dalhuisen, direttore di Amnesty international per l’Europa. “Questo ultimo assalto alla società civile ungherese è destinato a ridurre al silenzio le voci critiche all’interno del Paese. Oggi è un giorno nero per l’Ungheria”, ha sottolineato Dalhuisen. La legge “colpirà Ong che si occupano di promuovere lo stato di diritto, proteggere i diritti dei rifugiati, dei migranti e di altri gruppi marginalizzati”.

La legge introduce nuovi e selettivi requisiti sulla “trasparenza” dei finanziamenti alle Ong e dispone tutta una serie di inutili e onerosi adempimenti amministrativi. Chi non si adeguerà rischierà ammonimenti, multe e la sospensione del diritto di operare in Ungheria. Costringendo le Ong – compresa Amnesty International Ungheria – a definirsi “finanziate dall’estero”, il governo ungherese cerca di screditare il loro lavoro e di renderle ostili all’opinione pubblica. Il senso della legge è che le Ong finanziate dall’estero possono servire “interessi stranieri” e i fondi che ricevono possono contribuire a “mettere in pericolo la sovranità e la sicurezza nazionale dell’Ungheria”. “Questo crudele e calcolato assalto ai diritti alla libertà d’espressione e di associazione è un grave errore di valutazione e va contro gli obblighi internazionali dell’Ungheria. Va contrastato a ogni livello, dalle organizzazioni ungheresi fino all’Unione europea”, ha concluso Dalhuisen.

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