Pio La Torre: Bindi (Commissione Antimafia), “siamo obbligati ad avere la sua stessa fiducia nel cambiamento”

“Un libro così non si può presentare, si legge”. Lo ha detto Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, in occasione della presentazione del libro “Pio La Torre, ecco chi sei”, scritto dai figli del politico assassinato dalla mafia, Filippo e Franco La Torre, e pubblicato da Edizioni San Paolo. “Questo è un modo diverso di raccontarlo – ha aggiunto -, c’è soprattutto il padre. Il padre che era Pio La Torre. Attraverso il padre, raccontato in questo rapporto di vita, ho ritrovato Pio La Torre così come è stato donato a tutta l’italia”. “L’aspetto più qualificante della sua figura – ha ricordato la presidente – credo fosse la fiducia nel cambiamento. Il frutto di Pio La Torre è stato immediato, dalla sua morte è scaturito molto più che dalle battaglie in vita. La morte ha dato dei risultati straordinari nella lotta alla mafia, dobbiamo a quest’uomo l’impianto legislativo per contrastarla. Se non fosse morto io non credo che nel giro di qualche mese avremmo avuto la confisca dei beni e il reato di associazione mafiosa, approvati all’unanimità dal parlamento”.
Secondo Bindi, “Pio La Torre si oppose alla mafia perché era un ostacolo alla sua idea di cambiamento ed emancipazione delle persone in Sicilia. La mafia l’ha ammazzato perché aveva capito che fosse un ostacolo. La mafia uccide chi si oppone al loro potere, tanto è vero che quando trova i complici non li fa fuori. La sua eredità è molto impegnativa – ha insistito -. Sono cambiate molte cose dopo la sua morte, non abbiamo sconfitto la mafia ma non possiamo dire che lo Stato subisca il ricatto della mafia come avveniva negli anni ’80 e ’90”. “La battaglia più difficile è la responsabilizzazione di tutti. Siamo figli di Pio La Torre perché siamo obbligati ad avere la fiducia nella forza del cambiamento che ha avuto lui. È il dono più prezioso – ha concluso – con cui possiamo ricompensare la sua morte”.

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