Papa Francesco: i migranti non sono un caso da “tavolo di studio” ma esseri umani con storie e aspirazioni

“Un’analisi asettica produce un risultato sterile, mentre il rapporto con la persona fatta di carne e sangue ci aiuta a percepire le sue cicatrici profonde causate dalla ragione o dall’irrazionalità della sua migrazione”. Lo scrive il Papa nel messaggio indirizzato a Blanca Alcalá, presidente del Parlamento Latinoamericano e dei Caraibi, in occasione dei lavori della XXXIII Assemblea generale (9-10 giugno, Panamá). I migranti non sono un caso da “tavolo di studio”, prosegue Francesco, e certamente non ci si dimentica che “dietro ogni immigrato c’è un essere umano con la propria storia, cultura, aspirazioni”. Per questo non si può rimanere “nell’ambito di un’analisi minuziosa e nel dibattito delle idee” ma ci si deve spingere “a trovare una soluzione a questo problema”. Quindi il Papa ritorna sulla “piaga” del traffico di esseri umani, i quali “non possono essere trattati come oggetti o come merce, perché ciascuno di essi porta in sé l’immagine di Dio”. Il lavoro, conclude Francesco, “è enorme” e “ha bisogno di uomini e donne di buona volontà che, con il loro impegno concreto, siano in grado di rispondere a questo ‘grido’ che sale dal cuore del migrante. Non possiamo chiudere le orecchie alla sua chiamata”.

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