Funerale giovane ucciso da 15enne: il parroco, “il tuo ricordo ci renda migliori”

“Non basti, non ci appaghi commemorare Francesco con una scritta o con un messaggio sui social network. Impariamo ad amare, ad amare veramente. Siamo troppo spinti a vivere e a seguire emozioni momentanee, fino a volere ‘una vita spericolata’”. È l’appello rivolto oggi da don Salvatore Cugliari, parroco della Parrocchia “SS. Trinità e San Benedetto” di Mileto durante i funerali, nella cattedrale, del giovane Francesco Prestia Lamberti, 15 anni, ucciso da un suo coetaneo nella tarda serata di lunedì. Ieri migliaia di persone hanno partecipato ad una fiaccolata per le vie di Mileto conclusasi con una veglia presieduta dal vescovo, mons. Luigi Renzo. “Gesù – ha detto don Cugliari – è morto innocente e a noi chiede che il modello della nostra vita sia il suo modo di amare, sfidando ogni odio, vincendo il male con la forza dell’amore. Credo che questo sia anche il messaggio che possiamo attingere dalla morte di Francesco: ha amato, ha creduto nell’amicizia, ha guardato alla vita con sguardo solare. La sua morte non sarà stata una casualità o un orrendo accadimento fratricida se da ora ci richiamerà a quell’orientamento che ci dà Gesù dinnanzi alle sue spoglie mortali: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati’. Come il grido di questa tragedia e lo sbigottimento, come una sciabolata, hanno percorso il nostro cuore, il nostro paese fino alla nazione intera, così lo stesso grido possa sovrastare il male e dare un senso alla morte di questo giovane: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati’”. Un amore senza interessi, totale: “Se la morte di Francesco ci ricorderà quanto è importante imparare ad amare, allora egli continuerà a vivere tra noi e noi lo sentiremo vivo”. Oggi c’è un problema che riguarda una “educazione seria delle giovani generazioni. E davanti a questa morte questo problema emerge”, ha detto don Cugliari sottolineando che “rinunciando alla nostra responsabilità educativa gli esiti sono la degenerazione, il disagio di vivere e di convivere, e purtroppo qualche volta la morte. La morte di Francesco – è il monito del sacerdote – sia un richiamo alla responsabilità di tornare ad educare; responsabilità, che tocca la famiglia in primo luogo, la scuola, la Chiesa… lo Stato. Si resta con troppa indifferenza e con un senso di rinuncia davanti a fenomeni che inquinano il nostro modo di vivere sociale”. “Dobbiamo pregare perché queste cose non accadano più in nessuna famiglia né in Mileto, né altrove”, hanno detto i genitori del giovane al sacerdote: “Sì Marzia, Si, Guido, dobbiamo con voi pregare perché queste cose non accadano più”, ha detto don Cugliari che ha ricordato la veglia di ieri sera concludendo: “Tu, Francesco, oggi ci unisci e dinnanzi a te ci vogliamo impegnare perché il tuo ricordo ci renda migliori”.

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