Crollo nascite: Stronati (Sin) “eliminare punti con meno di 500 parti l’anno”

A 7 anni dall’Accordo Stato Regioni che ha previsto la progressiva razionalizzazione e riduzione dei piccoli punti nascita, “sono ancora 118 le piccole maternità aperte sul territorio nazionale. Corrispondono al 24% del totale (Piano nazionale esiti 2016). Di queste sono 80 quelle sotto i 500 parti all’anno” ha spiegato Serena Battilomo, della Direzione generale prevenzione sanitaria del ministero della Salute. Intervenendo oggi al congresso della Sip (Società italiana i pediatria) in corso a Napoli. “Centri nascita con bassi volumi di attività – ha osservato da parte sua Mauro Stronati, presidente della Sin (Società italiana di neonatologia) – sono meno sicuri per la madre e per il bambino” perché “hanno una casistica inferiore e pertanto non vi è la stessa esperienza nell’affrontare situazioni di emergenza urgenza e non si hanno a disposizione strumenti diagnostico terapeutici adeguati a situazioni complesse”. Per Stronati “bisogna proseguire con l’attuazione del piano di riduzione e accorpamento dei punti nascita e con la definitiva eliminazione di quelli con numero di nati inferiore a 500 parti all’anno”. “Malgrado l’impegno di organismi tecnici delle istituzioni ministeriali e regionali e delle Società scientifiche di area ginecologica e pediatrico-neonatologica”, i risultati in termini di accorpamento dei piccoli punti nascita e di adeguamento a quanto prescritto nei decreti ministeriali e regionali “sono rimasti in molti casi inapplicati”, ha detto Giovanni Corsello, past president Sip e presidente Fiarped. “Motivazioni tecniche ed evidenze scientifiche acclarate in tutto il mondo rendono questo obiettivo di salute necessario anche sul piano etico”.

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