Crollo nascite: De Curtis (neonatologo), al sud mortalità infantile +30% rispetto al centro-nord. Complicanze da età avanzata madri e Pma

Nel 2016 sono nati centomila bambini in meno rispetto al 2008. Quell’anno le nascite erano state circa 576mila mentre nel 2016 appena 474mila. Il numero medio di figli per donna è sceso da 1,46 del 2010 a 1,35 nel 2015 (dati Istat). Di crisi della natalità e di sicurezza del percorso nascita si è parlato al Congresso della Società italiana di pediatria in corso a Napoli nell’ambito di una tavola rotonda dal titolo “Nascere oggi in Italia”. “La diminuzione della natalità è determinata da molti fattori ma le considerazioni economiche, legate all’aumento della povertà e alla disoccupazione giovanile hanno indubbiamente un ruolo importante”, ha spiegato Mario De Curtis, ordinario di pediatria della Sapienza Università di Roma e direttore Uoc Neonatologia e terapia intensiva neonatale del Policlinico Umberto I. In Italia i tassi di mortalità infantile sono tra i più bassi al mondo ma, spiega ancora De Curtis “l’età avanzata delle donne al parto, associata all’aumento del ricorso a tecniche di riproduzione medicalmente assistita, ha portato a un aumento delle gravidanze multiple e delle nascite pretermine (prima di 37 settimane di gestazione) che spesso possono associarsi a complicanze. Un elemento particolarmente preoccupante è rappresentato dal fatto che nelle regioni meridionali la mortalità infantile continua ad essere del 30% più elevata rispetto al centro nord. Ugualmente la mortalità dei bambini stranieri nel primo anno di vita è più alta (4,3 per mille) rispetto a quella dei bambini italiani (2,9 per mille). È estremamente importante migliorare l’organizzazione e l’assistenza perinatale nelle regioni meridionali del nostro Paese e dare una maggiore attenzione alla cura delle donne immigrate in gravidanza”. “Abbiamo osservato una riduzione dell’8% del total fertility rate, il tasso di fecondità generale calcolato su donne in età fertile, dal 2011 al 2015”, aggiunge Carla Guerriero, del Centro per gli studi in economia e finanze (Csef) dell’Università Federico II di Napoli, autrice di una relazione insieme a Annalisa Scognamiglio, sempre del Csef.

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