Turchia: mons. Piretto (Smirne), “l’estremismo della carità porta buoni frutti”

“Il messaggio della carità, che noi come comunità cristiana viviamo in Turchia, ci ha dimostrato che la gente se accolta e rispettata, si apre, e a sua volta ti accoglie e ti rispetta. Occorre mettersi con umiltà in mezzo agli altri”. È quanto racconta al Sir mons. Lorenzo Piretto, vescovo di Smirne, in Turchia, terra nella quale vive da 35 anni. “Difficoltà ci sono, è vero”, riconosce il vescovo, sottolineando che “ci vuole cautela e bisogna stare attenti” ma anche che “in Turchia non ho mai avuto problemi. Ho sempre trovato gente disposta al dialogo e all’accoglienza”. “Certo – precisa mons. Piretto – bisogna avere un atteggiamento di apertura, dialogo e rispetto verso l’altro”. “I turchi sentono con forza la loro identità culturale, ma al tempo stesso sono persone aperte all’incontro e al dialogo”, rileva, evidenziando che “quando Papa Francesco ha parlato dell’estremismo della carità, ho potuto rivedere passare davanti ai miei occhi questi anni e posso dire che è un estremismo positivo, che porta buoni frutti”. “La Turchia – spiega – è un Paese molto diverso dagli altri Paesi arabi. L’islam è molto più tollerante e accogliente”. “Non esiste tanto un’ostilità religiosa, quanto un’ostilità nazionalistica”, precisa Piretto, osservando che “i turchi hanno un forte senso dell’identità” perché “hanno alle spalle una storia molto più ricca di altri popoli e questa storia va rispettata, perché fa parte del presente di questa gente”. “Nella mia esperienza di docente, ho sempre trovato una sana curiosità verso il cristianesimo, una disponibilità al dialogo, alla conoscenza”, ammette il vescovo che, a proposito dei migranti, sottolinea che “come Caritas locale cerchiamo di aiutarli, senza far pensare che questo nostro aiuto sia una forma di proselitismo”.

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