Ong e migranti: Carta di Roma, dal 2016 al 2017 “gli angeli del mare hanno perso le ali”

Dal 2016 al 2017 c’è stata sulle tv e sulla carta stampata una “svolta comunicativa” rispetto alle operazioni di ricerca e soccorso in mare (Sar): dalla costruzione mediatica degli eroi, “gli angeli del mare” all’introduzione dell’elemento del “sospetto”, tanto che “gli angeli perdono le ali”. Così l’Osservatorio di Pavia, Carta di Roma e Cospe descrivono quanto avvenuto in questi ultimi mesi nella narrazione mediatica delle operazioni di ricerca e soccorso di migranti nel Mediterraneo centrale. Il rapporto, presentato oggi a Roma, osserva e analizza in 92 pagine le strategie di comunicazione degli attori civili e militari impegnati nei soccorsi e il racconto da parte dei media italiani. Ne risulta un’ampia visibilità mediatica delle operazioni di ricerca e soccorso in mare: 13% nei principali quotidiani italiani, 18% nei tg di prima serata nel periodo aprile-ottobre 2016. Sulla stampa nel 2016 c’era stato già un incremento di visibilità del 10% rispetto al 2015 e del 18% sui notiziari di prima serata. I media raccontavano la cronaca dei naufragi e delle azioni di soccorso, anche con una “sovrapposizione narrativa tra unità militari e Ong”. Emergeva “ammirazione e gratitudine per i soccorritori” (il soccorso diventava spettacolo) fino alla svolta comunicativa innescata in maniera tiepida a fine 2016 dal rapporto di Frontex pubblicato dal Financial Times e poi dalle accuse alle Ong di un video-blogger nel marzo 2017, riprese dai media e amplificate poi dalle indagini di alcune procure siciliane e strumentalizzazioni politiche. Nel 2017 “si passa dalla cornice umanitaria e quella securitaria”, rileva il rapporto e “un’ombra negativa spazza via l’alone di positività che aveva caratterizzato il 2016”.

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