Malattia: Navarini (filosofa morale), “sofferenza produce scandalo” ma può diventare “occasione di crescita interiore e ci permette di amare”

“La sofferenza produce scandalo” ma può diventare “un’enorme occasione di crescita interiore; un’occasione preziosa, irrinunciabile e non altrimenti sperimentabile di comprensione della verità del nostro essere”. Ne è convinta Claudia Navarini, associato di filosofia morale presso l’Università europea di Roma, intervenenuta alla tavola rotonda “La persona malata e l’esperienza del dolore. Scienza e valori” moderata da Carlo Bellieni, vicepresidente nazionale Scienza & Vita e neonatologo (Policlinico universitario di Siena) nell’ambito del XV convegno nazionale che si è aperto questo pomeriggio a Roma (fino a domani). “La presenza del dolore – spiega Navarini – è uno strumento a difesa della vita perché ci avverte di una situazione di pericolo o di malattia, è un segnale d’allarme, ma una volta individuata la causa che lo provoca non serve più”. “Ogni evento che tocca il corpo ha un riflesso nella mente e nella coscienza, quindi anche il dolore fisico tocca l’interiorità della persona trasformandosi in sofferenza” e quando “passa, permane in noi un senso di minaccia” perché l’uomo sa che “l’esperienza del soffrire si ripresenterà”. Averla superata “non lo mette al riparo; l’uomo capisce che la sua vita è strettamente intrecciata all’esperienza del dolore che fa parte della verità del suo essere, della sua finitezza, tanto che la sua vita si conclude con la morte; è l’unica creatura sulla terra che vive con la consapevolezza che un giorno dovrà morire”. Per questo la morte è un evento “con il quale occorre fare i conti”. La sofferenza, conclude la filosofa, “non solo restituisce senso alla nostra vita ma ci permette di inserirci in una relazione personale più profonda, di soffrire insieme con chi soffre. Soprattutto ci permette di amare”.

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