Diocesi: card. Bassetti (Perugia-Città della Pieve), “la pace è il dono più grande ma è anche fragilissimo”

“La pace è il più grande dono che Dio abbia fatto all’umanità. Noi cristiani diciamo che Cristo è la nostra pace perché ha riconciliato Dio con gli uomini. Ma la pace, che è il più grande dono di Dio, è anche un dono fragilissimo, perché è contenuto nei vasi di creta che è facile che si rompano… e i vasi di creta siamo proprio noi, sono gli uomini e le donne che abitano questa terra”. Così il cardinale  Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha commentato le preghiere recitate su testi della tradizione ebraica, cristiana e musulmana da alcuni allievi dei Centri di formazione professionale Cnos-Fap Don Bosco” dell’Umbria (Perugia, Foligno e Marsciano), avviati da diversi anni dai padri Salesiani. Più di un centinaio di ragazzi e ragazze di 24 nazionalità con i loro docenti – informa la diocesi –  si sono ritrovati oggi nella sede dell’Istituto “Don Bosco” del capoluogo umbro per l’annuale incontro di preghiera per la pace, “esempio di integrazione tra giovani di diverse nazionalità, culture e fedi religiose”, ha commentato il direttore dell’Istituto Salesiano perugino, don Giorgio Colajacomo.

Il cardinale, che non perde occasione di essere vicino alla realtà educativo-formativa del “Don Bosco”, aveva accolto con piacere l’invito a questo significativo incontro fin prima della 70ª Assemblea generale della Cei, al quale ha partecipato, come lui stesso ha precisato, “come vescovo di Perugia”, anche se gli ha fatto molto piacere condividere il suo primo appuntamento-impegno pastorale perugino dopo la nomina a presidente della Cei in mezzo a tanti giovani e nel luogo del loro lavoro: il Centro di formazione professionale “Don Bosco”. Soffermandosi sulle preghiere per la pace recitate dai ragazzi, il porporato ha detto: “Penso a tutti i morti e i feriti a causa della violenza, delle stragi, degli attentati… Non abbiamo più parole e, direi, che anche i nostri occhi si sono asciugati, perché o fisicamente o moralmente stiamo spargendo tante lacrime per tante ingiustizie. Penso all’ultima tragedia di Manchester, che non ha bisogno di commenti, ma si calcola che ogni giorno uno o due bambini profughi, muoiono in fondo al mare; e sono creature come noi, creature che vanno in cerca di pace, un po’ di benessere e tanto amore. È la storia tragica dell’umanità. Ma dobbiamo avere le idee molto chiare. Non sono le religioni che provocano la violenza o il terrorismo; sono schegge impazzite di religioni, che abbiamo avuto anche nel mondo cattolico. Si parla di terroristi islamici…, ma non sono islamici, anche se quando uccidono o mentre si fanno esplodere pronunciano il nome di Allah. Non sono islamici; sono delle povere creature pazze di furore, impazzite di odio”. “Musulmani, ebrei e cristiani credono in un unico Dio – ha concluso il porporato – che è creatore, che è padre dell’umanità. Basta dire che Dio è padre dell’umanità, per dire che siamo fratelli. E se io dico che siamo fratelli, i rapporti sono già stabiliti, come rapporti di fratelli e di accoglienza”.

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