Assemblea Cei: card. Bagnasco, “l’Italia è lunga”, ma ha “tratti che sono di ogni tempo ed ogni luogo”. Il Papa “ci invita a stare vicini alla nostra gente”

Vaticano, 24 maggio 2017: il cardinale Bagnasco celebra Messa

“L’Italia è lunga, come si dice, ed è vero, ma ciononostante troviamo non piccole somiglianze, tratti che sono di ogni tempo e di ogni luogo”. Lo ha fatto notare il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’omelia della Messa celebrata questa mattina in apertura della terza giornata dell’Assemblea dei vescovi italiani. “Il Santo Padre ci invita a stare vicini alla nostra gente e, nello stesso tempo, a prendere il largo della missione, a riconoscere il bene ovunque senza confondere mai la parte con il tutto, a non lasciarci ridurre al silenzio, ad annunciare che Gesù è il Signore”, ha ricordato il cardinale: “Ci esorta a predicare il suo amore misericordioso, a proclamare la follia della croce che salva, a non temere lo scherno apostolico, ricordando che il grande protagonista è sempre lo Spirito Santo che ha i suoi tempi e le sue vie, e che conduce alla verità piena”. “Cristo ci ha chiamati ad una missione esaltante, che si scontra con la nostra piccolezza”, ha proseguito Bagnasco: “Aiutare i fratelli a intraprendere i sentieri della gioia evangelica”. “Questa attenzione, fatta di desiderio, la dobbiamo tenere desta nel nostro cuore, nel cuore del nostro clero e delle comunità”, l’invito: “È un desiderio che spera contro ogni apparenza; che tiene spiegata la vela anche quando i venti sono contrari, e ci sembra di essere avvolti dal sonno del Risorto. Ma il Signore è sempre con noi, vuole solo che ci fidiamo di lui”. Poi la citazione di sant’Agostino: “Voi seminate nelle lacrime, voi raccogliete nella gioia. Come avviene questo, fratelli miei? Quando l’agricoltore passa con l’aratro e getta il seme, talvolta il vento è glaciale, la pioggia l’ostacola. Egli scruta il cielo, lo vede oscuro, trema di freddo ma, ciononostante, intraprende la semina”. “Cari amici, grazie per avermi permesso di presiedere questa Eucaristia: è un grande dono”, ha concluso il cardinale: “E grazie per l’esempio, la parola saggia, l’amore alla Chiesa, che in questi dieci anni ho sempre visto in tutti e in ciascuno. Come ho già detto, è stato per me un grande onore e una grande grazia poter servire – come meglio ho saputo – la nostra Conferenza che ha il dono di un legame unico con il Vescovo di Roma, il Papa. Insieme abbiamo servito le nostre Chiese e il nostro amato Paese”.

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