+++ Venezuela: mons. Padron (Cev) conferma direttamente al governo la contrarietà della Chiesa all’assemblea costituente +++

L’episcopato venezuelano conferma la sua contrarietà all’assemblea nazionale costituente convocata dal presidente Nicolás Maduro, direttamente in un incontro, avvenuto ieri, tra il presidente della Conferenza episcopale (Cev), mons. Diego Padrón Sanchez, arcivescovo di Cumaná, e il presidente della Commissione organizzatrice della Costituente, Elías Jaua Milano, ministro dell’Educazione. Mons. Padrón, pur ringraziando per la visita il Ministro, ha spiegato di non voler entrare nel merito dei dettagli dell’iniziativa presidenziale ed ha ribadito quanto detto il giorno precedente, al termine dell’assemblea straordinaria della Cev e, ancora, prima, lo scorso 5 maggio: la Chiesa venezuelana ritiene un’assemblea costituente “non necessaria” e anzi “sconveniente”. Ed ha subito spiegato i motivi di tale presa di posizione, riportata sul sito e sui profili social della Cev. “Questa assemblea costituente – secondo il presidente dell’episcopato – non è necessaria perché il Venezuela ha una delle Costituzioni più complete del mondo, che contiene già quello che qualsiasi Costituzione può garantire. Quello di cui c’è bisogno non è la riforma del testo costituzionale, piuttosto che il Governo dia pieno compimento alla sua lettera e al suo spirito”. Inoltre, non è necessaria “perché non è ciò di cui il popolo ha bisogno”. Il quale piuttosto reclama “cibo, medicine, sicurezza, pace ed elezioni eque. L’assemblea costituente ritarda il processo elettorale, la cui scadenza è già superata”. Per questa ragione, “l’iniziativa presidenziale ha così poca approvazione. Non ha portato serenità nel Paese. Anche tra la maggioranza di governo ci sono coloro che la avversano e la considerano inopportuna”.
L’assemblea è inoltre “sconveniente”, “perché la nuova struttura di Stato e degli enti locali che il Governo pretende di introdurre fu già sottoposta all’approvazione del popolo nel 2007 e il popolo la rigettò”. Sconveniente, anche, perché tale scelta “sopprimerebbe di fatto l’assemblea nazionale”, eletta attraverso libere elezioni, e perché “non contribuisce alla comprensione tra venezuelani”. La Conferenza episcopale venezuelana è convinta che “l’unico cammino per il dialogo e la pace è la consultazione popolare, nella quale venga chiesto al popolo se vuole o non vuole questa proposta presidenziale. Parlo di un referendum generale, con voto diretto e segreto”.

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