Trump in Medio Oriente: Cingoli (Cipmo), “per riaffermare il ruolo americano nella Regione e delle religioni contro il terrorismo”

“Lo scopo di Trump, in questa sua prima missione in Medio Oriente è quello di riaffermare il ruolo americano nella Regione dopo l’appannamento dell’era Obama e rimarcare l’alleanza delle tre grandi religioni contro il terrorismo e l’estremismo”. A dichiararlo al Sir, Janiki Cingoli, direttore del Cipmo, il Centro italiano per la pace in Medio Oriente, commentando il viaggio del presidente Usa in Arabia Saudita, Israele e Gerusalemme, poi Roma, Città del Vaticano, Bruxelles e, infine a Taormina per il G7 a presidenza italiana. “La componente religiosa del viaggio – dice il direttore del Cipmo – vuole calmare le tensioni che si erano create verso il mondo islamico con la questione dei visti e con il Vaticano, dopo le critiche di Papa Francesco, sulla costruzione del muro al confine con il Messico e sulla ‘madre di tutte le bombe’ lanciata in Afghanistan”. Ma c’è anche un altro aspetto di questa missione che va tenuto presente e riguarda, sottolinea l’analista, “la necessità degli Usa di riaffermare la propria presenza in Medio Oriente specie ora che la Russia di Putin, con i suoi alleati, Siria e Iran, e in parte la Turchia, ha ricominciato a muovere pedine nella regione. Trump vuole arrivare al confronto con Putin partendo da una posizione dominante nell’area”. Rientra in questo contesto la volontà di Trump di lanciare “una nuova iniziativa di pace” a stelle e strisce per risolvere il conflitto israelo-palestinese legata alla costituzione di un’asse di alleati regionali come Egitto, Emirati, Arabia Saudita, Giordania che facciano da “garanti per gli impegni firmati dal presidente palestinese Abbas”. Per Cingoli “il percorso è lungo e complicato ma Trump non ama farsi imbrigliare da cavilli e sofismi e punta al sodo della faccenda”. Per questo, conclude, “ritengo probabile un summit con israeliani, palestinesi, i leader dei Paesi arabi e il Quartetto (Usa, Russia, Cina e Ue) per lanciare una nuova ipotesi di percorso di pace. E chissà che farsi attore di pace nella regione ricercando la soluzione del conflitto israelo-palestinese, non possa facilitare una distensione dei rapporti con il Vaticano”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy