Brasile: abusi sui minori. Dalla Chiesa un appello perché “c’è tanto da lavorare” soprattutto nelle famiglie

Si celebra oggi in Brasile la Giornata nazionale per la lotta contro gli abusi e lo sfruttamento sessuale sui minori. Una piaga che nel grande Paese sudamericano avrebbe coinvolto nel 2016 almeno 76mila bambini e adolescenti, vittime di violenze di tipo fisico, psicologico o di trascuratezza. Ma i numeri sono sicuramente maggiori. I dati si riferiscono infatti alle denunce fatte al numero verde istituito dalla Segreteria nazionale per i diritti umani del Ministero della giustizia Il numero è in calo del 4,23% rispetto al 2015, quando le chiamate erano state circa 80mila, ma il lavoro da fare resta ancora enorme, come fa notare sul sito della Conferenza episcopale brasiliana Márcia Maria de Souza Miranda, rappresentante della pastorale per i minori e commissario speciale per la lotta alla tratta degli esseri umani della Chiesa brasiliana. Secondo l’operatrice pastorale, a dispetto dei numeri, è visibile il crescente sfruttamento di bambini e adolescenti: “Dobbiamo piangere le mancanze delle famiglie. La maggior parte dei casi si verifica all’interno dei nuclei familiari e sono messi a tacere”. Molte le azioni che possono essere messe in atto: “La Chiesa, le scuole, gli operatori sanitari possono svolgere un ruolo importante, lavorando nella prevenzione e nella denuncia”, prosegue Márcia Maria de Souza, la quale sottolinea che la situazione peggiore si verifica nel nord del Paese. In Brasile, secondo l’Istituto brasiliano di geografia e statistica (Ibge), nel 2010 ci sono 3 milioni di bambini e adolescenti. Il 46% vive in famiglie con un reddito pro capite che non raggiunge la metà del salario minimo. Questo fattore di vulnerabilità ha un impatto diretto sul problema, aumentando le violazioni dei diritti.

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