Migranti: vescovi liguri, “il fenomeno ci chiede di essere missionari nell’accogliere le genti a casa nostra”

“Troppo spesso il tema dei profughi e dei loro Paesi di origine viene trattato superficialmente, sulla base di pregiudizi fondati su una paura dell’altro intenzionalmente costruita, senza un’attenta lettura delle cause di un fenomeno così complesso e di difficile gestione”: lo denunciano i vescovi liguri in un documento dal titolo “Migranti, segno di Dio che parla alla Chiesa”. Firmato dagli otto vescovi delle diocesi della Liguria, sette ordinari più un ausiliare (card. Angelo Bagnasco, mons. Alberto Tanasini, mons. Luigi Ernesto Palletti, mons. Guglielmo Borghetti, mons. Antonio Suetta, mons. Vittorio Francesco Viola, mons. Calogero Marino, mons. Nicolò Anselmi), con la data del 23 aprile, Domenica della Divina Misericordia, ma reso noto in questi giorni, il testo “vuole offrire alle nostre comunità cristiane una riflessione che ci aiuti a leggere le migrazioni come un segno di Dio che parla alla Chiesa, non dimenticando le cause del fenomeno. Vuole, inoltre, aprirsi al confronto con tutti coloro che hanno a cuore il bene della famiglia umana”.
I presuli sottolineano che “il Sud del mondo vive gravissimi problemi che sono la conseguenza di politiche economiche e di strategie geopolitiche che altro non sono che giochi di potere, pagati a caro prezzo soprattutto dai poveri”. In realtà, “l’arrivo dei richiedenti asilo nei nostri paesi solleva non solo problemi di ordine sociale ed economico, ma anche ecclesiale, perché fa emergere la profonda difficoltà delle nostre comunità a essere evangelizzatrici verso queste persone, anche solo nella modalità dell’accoglienza. Persino il rapporto con gli immigrati cristiani spesso risulta estremamente faticoso”. Di qui la necessità di una “rielaborazione di una missionarietà efficace”, perché “il fenomeno delle migrazioni ci chiede di essere missionari nell’accogliere le genti a casa nostra”.

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