Migrazioni: Kyenge (Parlamento Ue), sistema ricollocamenti non funziona. “Così si nega il diritto e si viola la dignità umana”

(Strasburgo) Gli Stati membri Ue si sono impegnati a trasferire 160mila richiedenti asilo da Italia e Grecia negli altri Stati membri entro settembre 2017: ma finora solamente 18.400 persone sono state effettivamente ricollocate. Del tema si discute questa mattina nell’emiciclo dell’Europarlamento a Strasburgo; giovedì l’Assemblea voterà una risoluzione. Nel suo intervento in aula, l’eurodeputata Cécile Kyenge, già ministro dell’Integrazione, ha dichiarato: “La solidarietà non è un meccanismo che si applica à la carte. Non è una scelta dettata dalla compassione nei confronti di chi fugge da guerra e persecuzione. Non è un impegno dilazionabile nel tempo. La solidarietà e la piena condivisione delle responsabilità sono principi cardine del nostro ordinamento e non strumenti a cui ricorrere volontariamente se sussistono alcune condizioni. Se le nazionalità dei beneficiari sono ad esempio di nostro gradimento. Se l’età e il genere ci sembrano più appropriati. Questo sistema restrittivo e discriminatorio di preferenze è sanzionabile tanto quanto la mancanza assoluta di impegni”.
Per Kyenge, “scegliendo la strada della negazione del diritto, si viola la dignità umana di migliaia di donne, uomini e soprattutto bambini. Neghiamo loro i diritti fondamentali, li allontaniamo dalla legalità, li priviamo di un futuro”. Così, “rallegrarsi dello sforzo compiuto dagli Stati membri è un po’ come considerare pieno un bicchiere che contiene alcune gocce d’acqua. L’11% dei beneficiari di protezione internazionale effettivamente ricollocati, non è certo un risultato di cui andare fieri. Solo due Stati membri su 28 che rispettano gli impegni; due Stati membri che proprio non ne vogliono sapere di accogliere i richiedenti asilo nei loro territori; molti altri invece che a parole promettono ma nei fatti smentiscono. E cosa succederà dopo il 26 settembre 2017? Quali garanzie avremo che gli obblighi non si esauriscano dopo quella data?”. Secondo l’eurodeputata “occorre una politica migratoria sostenibile per garantire vie di accesso legali e sicure, creare canali di migrazione legale, nonché politiche di integrazioni nei Paesi di accoglienza”.

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