Migranti: p. Cznerny (Santa Sede), “lo Stato vigili sulla legalità”. Corruzione “cancro da debellare”

“Noi facciamo il bene dei bisognosi ma lo Stato deve vigilare sulla legalità”. Padre Michael Czerny, sotto-segretario della sezione migranti e rifugiati del nuovo Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale, commenta al Sir l’indagine dei carabinieri del Ros e dei finanzieri che ha portato al fermo di 68 persone, tra cui un prete e un esponente delle Misericordie, per affari loschi nel centro per migranti di Capo Rizzuto “Sant’Anna”, in mano alla ‘ndrangheta da almeno dieci anni. “È curioso che queste situazioni si scoprano dopo anni – osserva -. Un po’ di contabilità ci dice già dopo un anno che qualcosa non va bene. È un peccato che lo Stato non vigili un po’ di più, questo è il suo lavoro”. A proposito degli attacchi alle Ong che salvano vite umane in mare risponde: “Bisogna chiedersi perché le Ong sono sotto attacco e quali sono gli interessi che le attaccano”. Padre Czerny è intervenuto oggi a Roma alla presentazione del libro di padre Alejandro Solalinde, il sacerdote messicano che aiuta i migranti, costretto a vivere sotto scorta. Nell’occasione ha ricordato i compiti indicati da Papa Francesco alla sezione migranti e rifugiati del Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale: “Accogliere, proteggere, promuovere ed integrare”. Nei Paesi di origine, transito e destinazione, ha detto il gesuita, “occorre un’azione congiunta e coordinata per la protezione e l’assistenza, che coinvolga istituzioni civili ed ecclesiali in uno sforzo comune oltre i confini dei singoli Stati”. “Come in Messico – ha affermato – è spesso la corruzione il cancro da debellare. I migranti sono trattati da criminali – anche dagli Stati – o come oggetto per fare affari”. Perciò ha esortato “ad esercitare la propria solidarietà nei confronti dei più deboli a fronte della paura e del rifiuto”.

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