Papa a Fatima: Messa al santuario, “non vogliamo essere una speranza abortita!”, serve “mobilitazione generale” contro “indifferenza”

“Non vogliamo essere una speranza abortita! La vita può sopravvivere solo grazie alla generosità di un’altra vita”. Lo ha esclamato il Papa, nella parte finale dell’omelia della Messa celebrata oggi al Santuario di Fatima per la canonizzazione di Francesco e Giacinata Marto. Dio “ci ha creati come una speranza per gli altri, una speranza reale e realizzabile secondo lo stato di vita di ciascuno”, ha spiegato Francesco, che subito dopo ha citato una lettera scritta da suor Lucia, il 28 febbraio del 1943: “Nel chiedere ed esigere da ciascuno di noi l’adempimento dei doveri del proprio stato, il cielo mette in moto qui una vera e propria mobilitazione generale contro questa indifferenza che ci raggela il cuore e aggrava la nostra miopia”. La logica da seguire è quella evangelica: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. “Lo ha detto e lo ha fatto il Signore, che sempre ci precede”, il commento del Papa: “Quando passiamo attraverso una croce, egli vi è già passato prima. Così non saliamo alla croce per trovare Gesù; ma è stato lui che si è umiliato ed è sceso fino alla croce per trovare noi e, in noi, vincere le tenebre del male e riportarci verso la luce”. “Sotto la protezione di Maria, siamo nel mondo sentinelle del mattino che sanno contemplare il vero volto di Gesù Salvatore, quello che brilla a Pasqua, e riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è missionaria, accogliente, libera, fedele, povera di mezzi e ricca di amore”, ha concluso Francesco.

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