Lampedusa: il marrobbio mette in ginocchio l’isola. Il parroco, “ingenti danni per i pescatori”

“Questa notte, ancora una volta, la nostra Isola ha sentito forte la potenza della natura venuta a ricordarci la nostra piccolezza e fragilità. Ringraziamo la Vergine di Porto Salvo perché sono salve le vite, ma ingenti danni materiali hanno colpito i nostri pescatori. Abbiamo fiducia che con l’aiuto di Dio, il sostegno di tutta la comunità e l’impegno delle istituzioni, tutto si possa recuperare e le famiglie danneggiate possano risollevarsi”. Così don Carmelo La Magra, parroco a San Gerlando, a Lampedusa, ha commentato a caldo il marrobbio, ossia una rapidissima variazione del livello del mare, che ha colpito la più grande delle Pelagie. Questa mattina prestissimo, due pescherecci e alcune piccole imbarcazioni da diporto sono affondati a causa del fenomeno. Danneggiata anche una motovedetta dei carabinieri. Operazioni di controllo e conteggio dei danni sono tutt’ora in corso. Le onde di ritorno hanno divelto anche i pontili dove venivano ormeggiati pescherecci e natanti da diporto, dalla parte opposta rispetto al molo di approdo del traghetto di linea. Il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha già chiamato il presidente della Regione, Rosario Crocetta. “È un disastro – dice -, è come se ci fosse stato un piccolo tsunami. Siamo di fronte ad una calamità naturale seria. C’è stato un vento fortissimo, una sorta di tromba d’aria – aggiunge – si sono alzate le onde e l’acqua è arrivata fino al campo sportivo. C’è bisogno di aiuto, di riportare all’asciutto i pescherecci affondati e di controllare tutti gli altri. È affondata la vita ed i sacrifici fatti dai pescatori”. Per il presidente del consorzio dei pescatori di Lampedusa, Totò Martello, i danni sono molti: “Molte barche affondate, famiglie rovinate. Per noi è un momento triste. Per i pescatori di Lampedusa è un dramma”.

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