Attentato a Nizza: Piero Massardi, “sento mia moglie Carla vicina, so che lei ci aiuta”

“Carla la sento vicina, so che lei ci aiuta. Dio ci dà le croci ma ci dà la forza per portarle”. Così Piero Massardi, vetrinista di Piasco (Cn), parla della moglie Carla Gaveglio, una delle 86 vittime dell’attentato di Nizza, dello scorso 14 luglio. In un’intervista pubblicata dal settimanale diocesano cuneese “La Guida”, Massardi ripercorre i 20 anni vissuti con Carla, il dramma per i fatti di Nizza e i successivi mesi, difficili ma vissuti con la voglia di andare avanti. La sera della tragedia, Massardi era a Bassano del Grappa per lavoro quando ricevette la telefonata della figlia Matilde, anche lei ferita nell’attentato, che gli diceva che “mamma la stanno caricando sull’ambulanza, ma apre e chiude gli occhi”. Un’amica, figlia di un ferito, si era detta invece preoccupata per le gambe di Carla. Dopo un viaggio di 1.300 chilometri, accompagnato da una collega, l’arrivo a Nizza alle 6: “Mia figlia ricoverata all’ospedale l’ho potuta vedere solo a mezzogiorno. E Carla era tra gli 8 dispersi. È successo – racconta – che è arrivata cadavere in ospedale e l’hanno messa in un angolo, in quel grande caos”. Di quella tragedia “due cose salvo: la sanità francese e il Consolato italiano di Nizza, persone strepitose”. Il sabato seguente il funerale: “La solidarietà della gente è stata enorme, con sincera ed enorme partecipazione”. Matilde, che ha avuto problemi molto seri per l’attentato, “continua a sorridere, è solare – riconosce il padre – come la sua mamma e cerca di non far pesare il suo dolore su di noi. Mio figlio è molto più arrabbiato”.

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