Ong e migranti: Msf, “bufera di accuse non ci fermerà dal salvare vite in mare”

In merito alle nuove accuse, errori e illazioni che compaiono ogni giorno nel dibattito pubblico, Medici senza frontiere (Msf) conferma di non essere stata contattata dalla procura di Trapani, ribadisce di essere a disposizione di tutte le autorità competenti per chiarire ogni informazione e soprattutto riafferma con forza la totale legittimità e trasparenza del proprio operato in mare, che ha l’unico obiettivo e obbligo di salvare vite umane. “Ancora una volta – afferma una nota di Msf -, come sempre più spesso in queste ultime settimane, ci troviamo di fronte a una valanga di illazioni e accuse mediatiche basate su strumentalizzazioni e informazioni imprecise, che non servono a nulla se non a gettare discredito sulla nostra organizzazione e sul sistema stesso di ricerca e soccorso in mare”. “Come abbiamo più e più volte ripetuto, le nostre operazioni in mare avvengono alla luce del sole, nel rispetto e sotto gli obblighi del diritto internazionale marittimo, con il coordinamento delle autorità competenti. E servono a salvare vite umane, le vite di persone in carne e ossa, che mentre queste polemiche faziose confondono l’opinione pubblica, sono costrette a sofferenze, rischi indicibili e morti del tutto inaccettabili”. Msf rassicura i suoi sostenitori: “Questa bufera di accuse non ci distoglierà nemmeno per un minuto dal soccorrere persone che stanno per morire, dal medicare le ustioni e le ferite, trattare i casi di ipotermia, rianimare gli annegati, nutrire i bambini nati orfani. In mare come nei circa 70 Paesi dove i nostri operatori nel frattempo continuano a portare, ogni giorno e in prima persona, assistenza medica e umanità. Grazie all’aiuto di tutti i nostri sostenitori, privati cittadini, fondazioni e imprese selezionate, che credono ancora che sia giusto curare e salvare vite umane e che anche in questi giorni continuano a dimostrarci il loro sostegno”.  Nel 2017 Msf ha soccorso più di 7.000 persone. Dal 2015 più di 61.000, in circa 300 operazioni di soccorso coordinate dalla guardia costiera italiana.

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